La tracciabilità moderna

Quando parliamo di tracciabilità all’interno della filiera alimentare, ci riferiamo alla capacità di mantenere un insieme di informazioni utili a seguire il prodotto lungo tutte le fasi di produzione e distribuzione, fino alla vendita al consumatore finale (momento dal quale il prodotto non è più sotto il diretto controllo della filiera).

La legislazione europea impone di seguire il principio “one step back and one step forward”, quindi “una fase indietro e una fase avanti”. Questo significa che ogni azienda deve mantenere le informazioni provenienti dal suo diretto fornitore, e quelle relative al suo diretto cliente.

Personale rappresentazione del concetto “one step back – one step forward”

E’ anche in questo modo che ogni step della filiera si collega, e si crea quel flusso di informazioni necessario per garantire gli standards di sicurezza.

Oltre a questo tipo di tracciabilità, esiste anche quella che viene definita “interna”. Questo perché si riferisce all’insieme di informazioni che vengono mantenute in riferimento ai passaggi interni di materie prime e semi-lavorati, che dal ricevimento passano al magazzino, alla produzione e via dicendo.

Un’informazione importante da ricordare è che, con lo scopo di garantire la sicurezza, non vi è la necessità di mantenere la tracciabilità per tutte le materie prime, ma solo per quelle considerate maggiormente a rischio o di particolare interesse per l’azienda.

In ogni caso, si deve ricordare che si tiene traccia delle così dette “informazioni rilevanti”, quindi dati relativi a passaggi e fasi significative, e che dunque hanno un impatto sul concetto finale di sicurezza.

E’ facile comprendere come la necessità di mantenere questo flusso di informazioni generi una quantità di documenti elevati da mantenere correttamente. L’ organizzazione di queste informazioni in modo strutturato, oltre al mantenimento della tracciabilità, consente di ottenere un valido strumento per monitorare i flussi ed il bilanciamento di massa, ma anche per monitorare i tempi di stoccaggio e le vendite. Quindi, lo strumento della tracciabilità può essere utilizzato per monitorare anche altri dati interessanti, ottenendo un’ottimizzazione delle risorse.

Per facilitare il mantenimento e l’aggiornamento di tutte le informazioni, sempre più aziende si affidano alla tracciabilità tramite barcodes.

I codici a barre permettono di avere tutte le informazioni utili racchiusi in una rappresentazione grafica da scannerizzare. In tempi brevissimi tutti i dati passano al database aziendale, dal quale possono essere aggiornati e implementati con le informazioni della tracciabilità interna.

Quando le informazioni devono essere trasmesse da un’azienda all’altra è necessario utilizzare codici a barre riconosciuti dalla GS1, mentre per la tracciabilità interna è possibile utilizzare barcodes privati.

Nei sistemi più moderni non manca l’utilizzo delle radio frequenze, quindi l’applicazione di TAGs con sistema RFID. Vi sono molte tipologie di TAGs, che si differenziano in base alla frequenza di lettura e quindi anche a seconda della distanza. Il vantaggio ulteriore dei sistemi a radio-frequenza rispetto ai barcodes è la possibilità di leggere le informazioni senza l’interazione diretta tra uno scanner ed il codice stesso, quindi il Tag può essere sistemato in un punto qualsiasi di un pallet, il quale passerà attraverso un sistema di lettura (es. la porta del magazzino, dotata di antenna di lettura), ed in automatico le informazioni entrano nel database.

https://www.macchinealimentari.it/2019/01/21/tracciabilita-di-prodotti-di-carne-mediante-lapplicazione-di-sistemi-rfid-e-codici-a-barre-bidimensionali/

Il sistema di tracciabilità con barcodes è rapido ed efficiente, ma in genere i costi di implementazione più elevati del sistema tradizionale. Quello che fa la differenza è sicuramente il volume di dati, il livello di attenzione e organizzazione delle informazioni che si vuole raggiungere.

Valentina

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